Renato ha oltre 30 anni di esperienza in gestione aziendale e finanza, a partire dall'audit con Arthur Andersen in Italia, per poi spostarsi a livello internazionale alla consulenza e assumere varie responsabilità di gestione in finanza aziendale e gestione di fondi di investimento.
Ha lavorato con Acqua Marcia, Amdhal, Banco di Roma, CDS Holding, O'Connors Capital, Natixis e molte altre aziende e ha gestito transazioni di investimento, joint venture e privatizzazioni di asset immobiliari per oltre 30 miliardi di euro.
Renato ha conseguito una laurea in economia aziendale e audit presso l'Università di Trieste e parla fluentemente inglese, francese e italiano.


Renato Lavorato
Managing Partner


Alberto Mastrolilli
Partner




Paolo Rubino
Partner
Gianni Rossi
Partner
Alberto ha oltre 30 anni di esperienza in risk management, finanza aziendale e nel project financing. Ha iniziato la sua carriera nell'audit istituzionale con Arthur Andersen in Italia, per poi trasferirsi in Francia, Spagna e Scandinavia per una posizione di livello C nel settore assicurativo e del credito.
Ha lavorato in tutto il mondo con Atradius Credito y Caucion, Aon Italia, IMCI+ Group International e Metodo network con responsabilità in capiatl management, il rating del credito, M&A, la ristrutturazione aziendale e l'intermediazione assicurativa.
Alberto ha conseguito una laurea in economia presso l'Università di Roma e parla fluentemente inglese, spagnolo e italiano.
Paolo ha oltre 30 anni di esperienza in ambito aziendale, dal marketing e vendite nel settore delle compagnie aeree in Italia ed internazionale, alla strategia aziendale e finanziaria nei settori dell'aviazione, dell'ospitalità alberghiera, dell'energia e delle risorse naturali.
Ha lavorato con Alitalia, Air One, Air Bee, vari locatori di aeromobili, Acea, Victoria Time Corporation, AST group ricoprendo, in molti di questi, posizioni apicali. Ha gestito con successo vari contesti di turnaround e start up sia in Italia che all'estero.
Paolo ha conseguito una laurea in diritto ed economia internazionale e un MLE presso l'IUHEI di Ginevra e parla fluentemente inglese, francese e italiano.
Gianni ha un solido background operativo con oltre 30 anni di esperienza lavorativa nei settori dell'aviazione, global trade e bancario. È stato CEO di Meridiana Airlines, Eurofly, Vice President di Olbia Airport, CFO di Airone Airlines e CFO di BNL BNP Paribas.
È presidente e CEO di AssirecreGroup e Sardinia Sea Power e Professore presso l'Università di Messina. È stato docente di economia dell'aviazione presso l'Università di Milano e partner esecutivo per il fondo speculativo privato SIP.
Gianni ha conseguito una laurea in Biochimica e un MBA presso il Politecnico di Milano e parla fluentemente italiano e inglese.
Typewriter
Autore Renato Lavorato
- Brevi Cenni sui Settori Trainanti dell'Immobiliare - Febbraio 2025
- I Fondi di Investimento come Strumento di Sviluppo Imprenditoriale - Febbraio 2025 
- Introduzione del Safe Harbour in Italia per veicoli di investimento - Marzo 2025 
Autore Gianni Rossi
Per cortese concessione:
Autore Francesco Bruno
Brevi Cenni sui Settori Immobiliari Trainanti
by Renato Lavorato
Facendo finta che all'estero (visto dalla sponda europea) non stia succedendo nulla e, soprattutto, che questi bizzarri venti smetteranno di soffiare il prima possibile, diamo un'occhiata a cosa sta succedendo nei settori che secondo me sono caldi al momento:
Focus sull'ospitalità:
Il mercato dell'ospitalità in Italia sta vivendo una crescita robusta, guidata da una ripresa del turismo e da investimenti strategici.
Crescita del mercato e proiezioni - Nel 2023, l'Italia ha accolto circa 275 milioni di pernottamenti in hotel e 86 milioni di arrivi, quasi in linea con i livelli pre-pandemia. Guardando al futuro, si prevede che il settore dell'ospitalità raggiungerà i 10,01 miliardi di USD nel 2025, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) previsto del 7,54% fino al 2030.
Tendenze di investimento: la prima metà del 2024 ha visto oltre 600 milioni di euro di transazioni alberghiere, raddoppiando il volume rispetto allo stesso periodo del 2023. In particolare, Roma è leader nei futuri sviluppi alberghieri, con una stima di aggiunta di 2.000 camere nei prossimi tre anni.
Dinamiche regionali: grandi città come Milano e Roma continuano ad attrarre significativi visitatori internazionali, mentre città secondarie come Verona, Bologna, Torino, Napoli e Catania stanno attirando l'attenzione degli investitori alla ricerca di rendimenti più elevati.
Sfide e misure normative: per gestire il sovraffollamento turistico, città come Firenze hanno implementato misure come il divieto di cassette portachiavi nei centri storici e la limitazione degli altoparlanti per le guide turistiche. Inoltre, l'Italia ha vietato il self check-in per gli affitti a breve termine per migliorare la sicurezza, soprattutto con l'afflusso previsto di viaggiatori durante l'Anno Santo del 2025. Nel complesso, il mercato dell'ospitalità in Italia è pronto per una crescita continua, con investimenti strategici e misure normative che ne modellano la traiettoria futura.
Il mercato dell'ospitalità di Dubai sta vivendo una crescita significativa, caratterizzata da un aumento del numero di visitatori, tassi di occupazione più elevati e investimenti sostanziali in nuovi sviluppi alberghieri.
Crescita dei visitatori e tassi di occupazione - Nel 2024, Dubai ha accolto 18,72 milioni di visitatori internazionali, con un aumento del 9% rispetto all'anno precedente. Il settore alberghiero della città ha raggiunto un tasso di occupazione medio del 78,2%, in aumento rispetto al 77,4% del 2023, indicando una forte ripresa e una domanda sostenuta.
Ricavi e tariffe giornaliere medie - La prima metà del 2024 ha visto il mercato alberghiero di Dubai dimostrare una notevole ripresa, con una crescita media del fatturato per camera disponibile (RevPAR) del 4,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Il settore di lusso ha registrato la crescita media maggiore, pari a circa il 9,0% in RevPAR.
Nuovi sviluppi alberghieri: la prima metà del 2024 ha visto l'aggiunta di circa 2.700 nuove camere d'albergo a Dubai, tra cui 436 camere a quattro stelle e 1.681 camere a cinque stelle. Questa espansione riflette l'impegno della città nell'accogliere il crescente numero di visitatori e nel migliorare la sua offerta di ospitalità.
Prospettive di mercato: il mercato dell'ospitalità degli Emirati Arabi Uniti è pronto per una crescita continua, con previsioni che indicano una valutazione di 7 miliardi di USD entro il 2026 e una crescita del settore del 25% entro il 2030. Nel complesso, il settore dell'ospitalità di Dubai è fiorente, guidato dall'aumento del turismo, dai tassi di occupazione più elevati e dagli investimenti continui in nuovi sviluppi alberghieri.
Da notare che il Ministero delle finanze degli Emirati Arabi Uniti ha pubblicato una decisione del Consiglio dei ministri che introduce una tassa integrativa in linea con l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), sulla tassazione delle società e delle imprese.
Si tratta di un'imposta integrativa applicabile alle società multinazionali con un reddito a bassa tassazione negli Emirati Arabi Uniti con un'aliquota fiscale effettiva minima del 15%.
Il mercato alberghiero europeo sta vivendo una solida ripresa, caratterizzata da maggiori investimenti, tassi di occupazione in aumento e una ripresa del turismo.
Impennata degli investimenti: nella prima metà del 2024, le transazioni alberghiere in Europa hanno raggiunto i 10,6 miliardi di euro, con un aumento del 123% rispetto allo stesso periodo del 2023, a indicare una forte ripresa dalle precedenti flessioni. In particolare, Blackstone ha investito oltre 500 milioni di euro in hotel dell'Europa meridionale nell'ultimo anno, acquisendo proprietà come il Grand Hyatt Athens per 235 milioni di euro.
Indicatori di performance: dicembre 2024 si è concluso con indicatori di performance favorevoli, tra cui un miglioramento dell'occupazione e delle tariffe medie giornaliere (ADR). Tuttavia, la crescita è stata trainata principalmente dal segmento di lusso, con le categorie di livello inferiore che hanno mostrato una relativa debolezza.
Variazioni regionali - L'Europa meridionale, in particolare Spagna, Portogallo e Italia, sta vivendo trend di investimento positivi, con Spagna e Portogallo che mostrano una crescita sostenuta e l'Italia che sta diventando più positiva. Al contrario, i paesi dell'Europa occidentale come Germania, Francia e Paesi Bassi stanno affrontando un calo del sentiment di investimento.
Prospettive di mercato - Il settore alberghiero europeo è pronto per una crescita continua, guidata dall'aumento del turismo e degli investimenti strategici. Mentre persistono sfide come le incertezze geopolitiche e le fluttuazioni economiche, la traiettoria complessiva rimane positiva.
Luxembourg February 13th, 2025
Un Costoso Addio alla Compagnia di Bandiera Italiana: Vecchie Storie e Stessi Problemi
by Gianni Rossi
C'era una volta un sogno italiano, un sogno di ali, cieli azzurri e una bandiera tricolore orgogliosamente sventolata sugli aerei. Quel sogno si chiamava Alitalia. Poi arrivò la notte. Dalle sue ceneri, nell'ottobre 2021, nacque ITA Airways, una compagnia aerea di proprietà statale che prometteva di essere tutto ciò che Alitalia non è mai stata nei cieli deregolamentati: moderna, efficiente e in grado di volare senza gravare sui contribuenti. Ma come spesso accade con le favole della buonanotte, la realtà si rivelò molto diversa.
Tre anni dopo, con il recente via libera dell'UE all'ingresso di Lufthansa, la favola è finita. Ora apriamo il capitolo più amaro della realtà. La flotta è nuova, la livrea è elegante, ma i numeri, quegli spietati arbitri della verità, raccontano una storia di fallimento. Come Alitalia, ITA non è riuscita a raggiungere la sostenibilità economica. Questo capitolo chiude un'epoca: il sogno romantico di una compagnia di bandiera italiana, un simbolo che per decenni ha portato il tricolore in tutto il mondo, ora destinato a diventare solo un altro pezzo di un gruppo straniero. Un addio che sembra inevitabile ma non per questo meno doloroso.
Decolla, ma con i motori in stallo - Sì, ITA è decollata. Gli aerei volano, i passeggeri salgono, i biglietti si vendono. Ma ogni giorno la compagnia aerea brucia circa 1 milione di euro. Il piano quinquennale che nel 2021 prevedeva un utile di 209 milioni di euro entro il 2024 resta un lontano miraggio. I ricavi quest'anno saranno probabilmente inferiori di circa 400 milioni di euro, mentre i bilanci continuano a essere macchiati di rosso intenso. Anche il 2024 non farà eccezione, nonostante il probabile affidamento alle stesse pratiche di "contabilità creativa" viste negli ultimi tre anni, più adatte alla narrativa che a un libro di testo di contabilità prudente.
E la liquidità? A fine giugno, dipendeva quasi interamente dai biglietti passeggeri prepagati, una sorta di anticipo sulle speranze per i voli futuri. In tre anni, ITA ha accumulato oltre 1,2 miliardi di euro di deflussi di cassa operativi. In breve, la compagnia aerea sembra volare solo nei comunicati stampa e nei discorsi politici.
L'UE e la sua peculiare idea di "discontinuità" - Nel 2021, la Commissione europea ha approvato la "discontinuità" di ITA da Alitalia con un'interpretazione piuttosto creativa delle normative UE. Oggi, con lo stesso entusiasmo, ha autorizzato l'ingresso di Lufthansa, salutando l'accordo come un trionfo della concorrenza. La realtà? Gli slot strategici di Linate di Alitalia, del valore di almeno 800 milioni di euro, sono stati prima trasferiti gratuitamente a ITA e ora saranno in parte ceduti a compagnie aeree straniere. E gli italiani? Tutto ciò che rimane è la livrea ITA con la bandiera italiana sulla coda, un simbolo che rischia di diventare un ricordo sbiadito di opportunità perse.
I lavoratori invisibili - Questa storia non riguarda solo i numeri, ma anche le persone che pagano il prezzo più alto. Oltre 2.000 ex dipendenti Alitalia, esclusi dal progetto ITA, perderanno ogni supporto entro la fine del 2024. Poi ci sono i 2.000 lavoratori Swissport il cui lavoro è a rischio a causa delle incertezze sui permessi operativi a Fiumicino. Migliaia di famiglie sono lasciate ad affrontare l'incertezza in un Paese che, pur professando il suo impegno per la sicurezza del lavoro, spesso lo lascia insoddisfatto.
Un futuro chiamato Lufthansa - Se ITA Airways non sta attualmente lottando con la questione legale della continuità delle operazioni, lo deve alla "ragionevole certezza" dell'imminente intervento di Lufthansa. Entro gennaio 2025, il colosso tedesco acquisirà una quota del 41% e assumerà il controllo operativo attraverso un investimento di 325 milioni di euro, l'unica vera speranza per la stabilizzazione finanziaria. ITA diventerà una nuova divisione operativa del Gruppo Lufthansa, integrandosi nella sua strategia multi-hub.
Tuttavia, con Roma Fiumicino, Lufthansa dovrà affrontare una sfida completamente nuova: aumentare i ricavi in un ambiente altamente competitivo dominato dai vettori low-cost, in netto contrasto con gli hub consolidati del Gruppo. Sebbene questa sia una buona notizia per il futuro di ITA, invita a una riflessione agrodolce: il progetto originale di ITA, con tutte le sue ambizioni, si è rivelato, come molti analisti avevano previsto, un costoso atterraggio di fortuna piuttosto che un volo verso nuovi orizzonti.
Un piano strategico mancante - La storia di ITA Airways non riguarda solo una compagnia aerea. Riflette un problema più ampio: l'assenza di un piano strategico nazionale per il settore dell'aviazione. Negli ultimi due decenni, altri paesi europei, Germania e Francia in primis, hanno costruito reti, alleanze e investimenti per rafforzare i loro vettori nazionali. L'Italia, d'altro canto, ha perso tempo con amministrazioni controllate, intromissioni politiche e decisioni miopi, senza mai considerare seriamente il ruolo che una compagnia aerea nazionale dovrebbe svolgere nell'economia del paese.
Il colpo di scena finale - Così, dopo 67 anni di storia, la compagnia di bandiera si ritira in un colpo di scena degno delle migliori tragedie italiane. Lo Stato italiano ha di fatto regalato:
- Avviamento, slot e know-how accumulati in 64 anni di Alitalia.
- La garanzia implicita per il più grande acquisto di flotta mai effettuato in Italia, superiore a 3 miliardi di euro.
- Oltre 1,3 miliardi di euro di fondi non rimborsabili per sostenere complete e smaltimento gratuito.
Come si dice in aviazione, "un atterraggio non è riuscito se non puoi più decollare". Speriamo che Lufthansa riesca dove ITA e Alitalia hanno fallito. Ma per ora, negli ultimi 25 anni, le uniche cose che sono davvero decollate sono state occasioni mancate e soldi sprecati.
Dr. Gianni Rossi is Adjunct Professor of Air Transport Economics – University of Messina (UNIME)
Messina, November 30, 2024
Aperti, Chiusi o .... Intervallo
by Renato Lavorato
Aperti, chiusi o...Intervallo? I fondi intervallo sono un tipo di fondo comune di investimento che ha una struttura molto simile ai fondi chiusi (essenzialmente fondi che hanno una data di fine riscossione e nessuna distribuzione fino alla loro liquidazione programmata) e che offrono agli investitori l'opzione (ma non l'obbligo) di riscattare periodicamente una percentuale delle loro azioni a intervalli prestabiliti.
A differenza dei tradizionali fondi chiusi, le cui azioni sono necessariamente negoziate sul mercato secondario, le azioni dei fondi intervallo devono essere acquistate (nuove) o vendute (azioni esistenti) direttamente al fondo al valore patrimoniale netto (NAV) corrente durante le finestre di riacquisto programmate. Per questo motivo, i fondi intervallo possono avere commissioni più elevate rispetto ad altri tipi di fondi comuni di investimento e generalmente richiedono un investimento minimo più significativo in media, spesso tra $ 10.000 e $ 25.000, con costi di gestione che possono raggiungere la percentuale astronomica del 3%.
La non estrema popolarità di questi fondi li ha sempre confinati a pochi amatori ma, negli ultimi anni, i fondi intervallati stanno registrando una crescita significativa per diversi motivi:
- Accesso a investimenti meno liquidi e più redditizi: infatti, i gestori, meno vincolati da una variazione casuale della liquidità, possono includere nel portafoglio asset meno liquidi, come debito privato o investimenti in infrastrutture, che possono offrire rendimenti potenzialmente più elevati rispetto agli investimenti tradizionali.
- Gestione ottimizzata della fidelizzazione degli investitori: finestre periodiche di riacquisto incoraggiano gli investitori a mantenere un orizzonte temporale più lungo, riducendo la tentazione di vendere in risposta alle fluttuazioni di mercato a breve termine.
- Valutazione puntuale alle scadenze programmate: a differenza di altri fondi chiusi, in cui le azioni devono essere negoziate a premio o a sconto, nei fondi intervallati le transazioni avvengono al valore patrimoniale netto, offrendo una valutazione più trasparente.
In una parola, per gli investitori con un reddito elevato e poco interessati alla gestione del risparmio, i fondi intervallati possono essere un'eccellente formula di diversificazione (a patto che ci sia sempre qualcuno a ricevervi alla data dell'intervallo).
Luxembourg February 2025
I fondi di investimento come supporto allo sviluppo imprenditoriale
L'utilizzo di fondi d'investimento rappresenta una strategia efficace per la monetizzazione e la valorizzazione di portafogli immobiliari. Ecco alcuni higlights di come i fondi possono essere impiegati in questo contesto.
I fondi immobiliari raccolgono capitali da vari investitori per acquisire, gestire e valorizzare proprietà immobiliari. Affidando il proprio portafoglio a un fondo, si monetizza il suo valore, se ne mantiene, con le opportune strutturazioni, la linea di investimento, e si beneficia di una gestione professionale, di accessi al credito istituzionale e di economie di scala, ottimizzando i rendimenti e riducendo i rischi associati alla gestione diretta. Inoltre i fondi immobiliari permettono agli investitori di partecipare a progetti di grande scala o in mercati altrimenti inaccessibili individualmente, grazie alla condivisione delle risorse tra i partecipanti al fondo.
Infine va considerata la agevolata gestione della liquidità per gli investitori: alcuni fondi immobiliari, come quelli aperti, offrono maggiore liquidità rispetto all'investimento diretto in immobili, permettendo agli investitori di entrare e uscire con più facilità e quindi gestire le proprie esigenze di liquidità con flessibilità pur non rinunciando agli obiettivi gestionali e di sviluppo.
Per quanto riguarda i rendimenti, i gestori dei fondi possono implementare strategie di valorizzazione, come la ristrutturazione o il cambio di destinazione d'uso degli immobili, aumentando il loro valore di mercato e, di conseguenza, i rendimenti per gli investitori, non trascurando che in alcune giurisdizioni, i fondi immobiliari godono di trattamenti fiscali agevolati, che possono tradursi in vantaggi sia per i gestori sia per gli investitori, migliorando l'efficienza complessiva dell'investimento. Va da se che investire in fondi immobiliari consente anche, e soprattutto, di diversificare il portafoglio, riducendo l'esposizione al rischio legato a singoli asset. Questa diversificazione può includere diverse tipologie di proprietà (residenziali, commerciali, industriali) e geografie, aumentando le opportunità di rendimento.
In conclusione, l'integrazione di fondi d'investimento nelle strategie di monetizzazione di portafogli immobiliari offre numerosi vantaggi, tra cui gestione professionale, diversificazione, accesso a progetti di grande scala e potenziali benefici fiscali. Inoltre, il supporto, se non l’integrazione di fondi di investimento nel business model delle aziende, permette di ampliare significativamente l’accesso a risorse finanziarie garantendo un modello moltiplicatore ciclico. Tuttavia, è essenziale valutare attentamente le caratteristiche specifiche di ogni fondo e allinearle agli obiettivi finanziari e al profilo di rischio dell'investitore.
QUANDO E COME UN FIA LUSSEMBURGHESE PUÒ BENEFICIARE DELL'ESENZIONE DA WHT E CGT IN ITALIA
Di Francesco Bruno
Un FIA lussemburghese, costituito sotto forma di société en commandite simplifié, ha diritto a beneficiare dell'esenzione WHT (normalmente applicata all'aliquota del 26%) sui dividendi distribuiti dalla sua partecipata ITACO?
La questione è stata oggetto di una richiesta di pronuncia nei confronti dell'Agenzia delle Entrate italiana (risposta n. 409/2023).
Il richiedente è un fondo di investimento alternativo lussemburghese (FIA LUX) costituito tramite una società in accomandita semplice (SLP) o una société en commandite spéciale (SCSp), il cui socio accomandatario è una società a responsabilità limitata lussemburghese (S.à rl.), ai sensi di un atto di nomina del rispettivo socio accomandatario, il Gestore degli investimenti è autorizzato dall'Autorità di regolamentazione nazionale (CSSF) e supervisionato ai sensi della direttiva AIFM (2011/61/UE del Parlamento europeo e del Consiglio dell'8 giugno 2011). Inoltre, il Fondo soddisfa il requisito della pluralità di investitori in quanto strutturato, secondo le indicazioni fornite con il provvedimento della Banca d'Italia del 19 gennaio 2015.
La risposta: Secondo l'Agenzia delle Entrate italiana, il FIA LUX ha diritto a beneficiare dell'esenzione WHT sui dividendi distribuiti dalla società partecipata italiana (ITACO). In dettaglio, il regime di esenzione WHT di cui al comma 3 dell'art. 27 DPR 600/1973 si applica alle partecipazioni detenute direttamente dal FIA LUX. Inoltre, qualsiasi cessione di partecipazioni qualificate (lettera c) comma 1, art. 67 DPR 917/1986) in ITACO non determina plusvalenze imponibili ai sensi dell'art. 1, comma 633, della legge di bilancio 2021 italiana. Documentazione: Per ottenere l’esenzione WHT sui dividendi, in linea con quanto già chiarito dall’Amministrazione finanziaria nella risposta al ruling pubblicato il 25 ottobre 2019, n. 430, il FIA LUX deve presentare all’Agente WHT i seguenti documenti:
a) l’autocertificazione attestante la costituzione del Fondo in Lussemburgo.
b) l’autocertificazione attestante la residenza in Lussemburgo del Gestore degli investimenti.
c) copia della certificazione rilasciata dalla CSSF attestante l’iscrizione del Gestore degli investimenti ai sensi della direttiva AIFM.
d) qualora la CSSF non rilasci un certificato, eventuale documentazione idonea a dimostrare l’esercizio dell’attività di vigilanza da parte della stessa CSSF.
La direttiva AIFM, proseguendo il percorso intrapreso dalla direttiva UCITS, garantisce il riconoscimento in tutta l’UE delle autorizzazioni e dei sistemi di vigilanza prudenziale di ciascuno Stato membro. Per costituire e gestire un OICVM armonizzato o un FIA in uno Stato membro, quindi, è sufficiente il rilascio dell'autorizzazione ed esercitare la vigilanza da parte del solo Stato membro di origine del gestore ("home country control"). La Direttiva AIFM non disciplina i FIA, che continuano a essere regolamentati e vigilati a livello nazionale in base alla legge dello Stato in cui sono stabiliti.
Come già specificato nella risposta al provvedimento pubblicato l'11 maggio 2021, n. 327, i FIA stabiliti in un Paese UE e il cui Gestore degli Investimenti è ivi autorizzato e sottoposto a vigilanza ai sensi della direttiva AIFM, possono beneficiare dei regimi di esenzione di cui ai citati art. 27, comma 3 del DPR 600/1973, e art. 1, comma 633, della legge di bilancio 2021, con riferimento alle partecipazioni detenute direttamente in società residenti in Italia.
Evoluzione storica della normativa italiana: Comma 3, art. 27 del DPR 600/1973 prevede l’applicazione di una WHT del 26% sui dividendi corrisposti dalle società ITA a soggetti non residenti, ferma restando la possibilità di applicare, ove più favorevoli, le aliquote convenzionali in presenza di una Convenzione per evitare le doppie imposizioni stipulata tra l’Italia e lo Stato di residenza del percettore dei dividendi.
L’art. 1, comma 631, della legge di bilancio 2021, ha modificato il citato art. 27, comma 3 DPR 600/1973, aggiungendo, in fine, il seguente periodo: «La WHT di cui al primo periodo non si applica agli utili corrisposti a organismi di investimento collettivo esteri (OICR) conformi alla direttiva 2009/65/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 13 luglio 2009, nonché agli OICR, non conformi alla predetta direttiva 2009/65/CE, il cui gestore sia sottoposto a forme di vigilanza nello Stato estero in cui è stabilito ai sensi della direttiva 2011/61/UE del Parlamento europeo e del Consiglio dell'8 giugno 2011 stabiliti negli Stati membri dell'UE e nei Paesi SEE che consentono un adeguato scambio di informazioni".
Il successivo comma 632 stabilisce che tale modifica si applica "ai dividendi percepiti a partire dalla data di entrata in vigore della presente legge", ovvero dal 1° gennaio 2021.
Analogamente è prevista l'esenzione per le plusvalenze derivanti dalla cessione di azioni qualificate. partecipazioni, poiché il comma 633 dell’art. 1 della legge di bilancio 2021 stabilisce che «non concorrono a formare l’i"i redditi e le minusvalenze di cui alla lettera c) del comma 1 dell'art. 67 DPR 22 dicembre 1986, n. 917, a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, da organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR) di diritto estero o conformi alla direttiva 2009/65/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 luglio 2009, e da OICVM, non conformi alla predetta direttiva 2009/65/CE, il cui gestore è sottoposto a forme di vigilanza nello Stato estero in cui è stabilito ai sensi della direttiva 2011/61/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'8 giugno 2011, stabiliti negli Stati membri dell'UE e nei Paesi SEE che consentono un adeguato scambio di informazioni".
Luxembourg August 2023
Introduzione del Safe Harbour in Italia per veicoli di investimento al fine di garantire un adeguato livello di confidenza per investimenti in Italia (Investment Management Exemption).
Sintesi estratta dall’articolo “Investment Management Exemption sotto la lente di Assonime per arginare possibili contestazioni” apparso su “Il Fisco” numero 18/2023 a firma Diego Avolio e Giovanni Barbagelata.
La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto una presunzione assoluta (safe harbour) per escludere l’esistenza di una stabile organizzazione in Italia per veicoli di investimento non residenti, se le attività svolte dai loro manager rientrano in determinati parametri. Questa novità ha sollevato questioni interpretative, superando precedenti prassi dell’Agenzia delle Entrate.
Assonime ha analizzato il tema evidenziando come la norma possa garantire maggiore certezza fiscale per i fondi esteri. Tuttavia, permangono criticità, tra cui il requisito di indipendenza del fund manager, che non può avere ruoli negli organi amministrativi del veicolo d'investimento.
La normativa sulla stabile organizzazione, già modificata nel 2018 per adeguarsi agli standard OCSE (BEPS Action 7), distingue tra stabile organizzazione "materiale" (presenza fisica in Italia) e "personale" (agente che conclude contratti per conto di un’impresa non residente). La Legge di Bilancio 2018 ha abbassato la soglia per considerare un’impresa estera come soggetta a tassazione in Italia, enfatizzando il ruolo di agenti non indipendenti.
La safe harbour del 2023 si inserisce in questo contesto, creando una protezione per i veicoli di investimento esteri, a condizione che gli intermediari agiscano con indipendenza e non siano strettamente correlati alla società madre. Resta aperta la questione dell’interpretazione del concetto di “indipendenza economica e giuridica” degli agenti, con possibili future modifiche legislative o trattati bilaterali per allinearsi agli standard OCSE.
Il documento discute l’interpretazione delle norme fiscali riguardanti i veicoli di investimento esteri e l’indipendenza degli asset manager. Assonime auspica un’interpretazione ampia che includa non solo le singole operazioni di investimento, ma l’intera attività di gestione, sia per fondi mobiliari che immobiliari.
Si evidenzia che la presunzione di indipendenza dell’asset manager è subordinata a determinate condizioni, tra cui la residenza del veicolo di investimento in un “Paese white list” e il rispetto di criteri di indipendenza che saranno definiti da un decreto attuativo. Si sottolinea la necessità di chiarire il concetto di “pluralità di investitori” e di escludere dal divieto di ricoprire cariche amministrative i dirigenti degli asset manager che operano nel private equity.
Inoltre, si affronta la questione della partecipazione agli utili, con il limite del 25% per evitare che il gestore assuma un ruolo assimilabile a quello di un investitore. Infine, il documento tratta il rischio di configurazione di una stabile organizzazione “materiale” in Italia per i fondi esteri, con l’introduzione di una safe harbour per evitare contestazioni fiscali. Assonime sottolinea l’importanza di adeguare la normativa italiana alle linee guida OCSE per garantire chiarezza e sicurezza giuridica agli operatori del settore.
Lussemburgo marzo 2025
